Formati e visualizzazione
Oggigiorno ormai tutti hanno sempre a portata di mano uno smartphone con cui riprendere frangenti del proprio quotidiano o immortalarsi insieme ad amici e parenti in occasione di eventi speciali. Prima dell’avvento del digitale, invece, per compiere le medesime azioni bisognava possedere una fotocamera analogica in grado di imprimere le immagini in bianco e nero o a colori su uno speciale supporto.
Si tratta della pellicola fotografica, la cui composizione chimica consiste in un’emulsione che reagisce in modo diverso in base alla quantità di luce a cui viene esposta. Per poter visionare i propri scatti in questi casi occorre far sviluppare il rullino da un fotografo o comprare uno scanner diapositive.
Al pari di una variante tradizionale per fogli A4 o di una comune fotocopiatrice, questo dispositivo consente di ottenere una copia digitale delle 2 principali tipologie di pellicola, ossia
Invertibile
Negativo
Per quanto concerne il negativo, esso è composto da un film trasparente raffigurante un insieme di luci e ombre opposte a quelli presenti nella scena ripresa. Proprio per tale ragione si riuscirà a stamparne la rispettiva foto solo dopo averlo trasformato in positivo oppure ci si dovrà procurare uno scanner negativi per digitalizzarlo.
Invece una pellicola invertibile, meglio conosciuta come diapositiva o semplicemente dia, pur mantenendo una certa trasparenza, si differenzia perché conserva gli stessi chiaroscuri della realtà e rappresenta l’immagine positiva già pronta per essere stampata su carta o riprodotta su una parete bianca con l’aiuto di un proiettore diapositive.
Poiché negativi e dia vengono commercializzati in diversi formati, dove a variare sono dimensione del supporto e grandezza del fotogramma, prima di acquistare uno scanner diapositive è bene verificarne la compatibilità con questi ultimi. Un ulteriore tratto distintivo di queste slide è costituito dal telaietto in cartone, plastica o vetro in cui vengono inserite subito dopo lo sviluppo, chiamato anche inversione.
Formato dia Grandezza fotogramma Dimensioni telaietto 110 17 x 13 mm 2,5 x 2,5 cm 126 27 x 27 mm 5 x 5 cm Standard, 35 mm o 135 24 x 36 mm 5 x 5 cm Medio, 120 o 220 56 x 56 mm 6 x 6 cm
Nonostante questa speciale cornice abbia uno spessore non superiore ai 2 mm, le sue dimensioni complessive possono andare da 2,5 x 2,5 cm a 6 x 6 cm. In questo modo non solo si adatterà perfettamente al supporto, ma rimarrà persino un bordo quadrato o rettangolare per poter maneggiare la diapositiva con la punta delle dita, senza danneggiare o sporcare l’immagine con le proprie impronte digitali mentre la si inserisce nello scanner diapositive.
Il loro ingombro ridotto è giustificato dal fatto che le dia originariamente nascevano negli anni ’50 per essere ingrandite e proiettate con apposite apparecchiature, mentre la digitalizzazione con uno scanner diapositive è una pratica piuttosto recente. In passato chi voleva giusto farsi un’idea degli scatti immortalati doveva necessariamente usare un lettore diapositive, ovvero uno speciale schermo con sistema di illuminazione e capacità di ingrandimento delle pellicole.
Di norma i negativi vengono convertiti direttamente in positivi
Per effettuare la cosiddetta diaproiezione invece bisogna ricorrere a un proiettore per diapositive, il quale sfrutta una lampada e un obiettivo per fornire alla slide la giusta quantità di luce e ingrandirla di parecchio, talvolta facendole coprire un’intera parete.
Se una volta questo era l’unico modo per fare delle presentazioni di lavoro o mostrare le foto delle proprie vacanze a più persone, oggi fortunatamente si può ottenere il medesimo risultato con tecnologie più economiche e di facile utilizzo persino per i più inesperti.
È questo il caso dello scanner diapositive, il quale consente a chiunque in pochi passaggi di trasformare questi supporti analogici in file archiviabili su unità di memoria di vario genere per poi visualizzarli e modificarli in qualsiasi momento.
Struttura e funzionamento
Chi desidera digitalizzare diapositive per aggiungerle al proprio archivio fotografico o per il puro gusto di rivivere ricordi passati deve innanzitutto avere le idee chiare su quale scegliere tra i tanti scanner diapositive reperibili in commercio.
Data la particolarità delle dia, anche solo per riuscire a visionarle con un proiettore diapositive portatile o fisso sono necessari alcuni accorgimenti. Per questo motivo pure gli scanner per diapositive e negativi tendono a seguire un funzionamento simile e ad avere molte componenti in comune, tra cui non mancano mai
Sensore fotografico Interfaccia Lampada Output Input
Quando ci si serve di uno scanner diapositive il primo step consiste nel far passare queste ultime o i negativi singolarmente attraverso la fessura di input oppure essi andranno collocati in blocchi all’interno di un caricatore.
Questo contenitore a volte può accogliere una slide alla volta da aggiungere manualmente, mentre nello scanner diapositive automatico riesce a ospitare e scansionare autonomamente dalle 4 unità fino a un massimo di 100 film nei prodotti usati in laboratori fotografici.
Le varianti provviste di questo speciale cassetto spesso comprendono nella loro dotazione molteplici caricatori di forme e dimensioni differenti al fine di adattarsi al meglio a pellicole di diversi formati e grandezze, con e senza intelaiatura.
Le versioni flatbed hanno come input un’ampia superficie in vetro
Gli scanner diapositive equipaggiati con slot di ingresso possiedono necessariamente una piccola apertura di output da cui vengono parzialmente espulse queste ultime o la striscia di negativo, in modo da poterle afferrare agevolmente senza farle cadere. Al contrario nei modelli con caricatore tale uscita non esiste, dunque i supporti vanno estratti a mano come si farebbe col carrello o il carosello del proiettore diapositive vintage al termine di una presentazione.
Similmente ai proiettori diapositive, anche in questi apparati un elemento indispensabile è la lampada con cui illuminare di bianco queste ultime, mentre l’acquisizione vera e propria è affidata al sensore fotografico situato sul lato opposto. Trattandosi degli stessi sensori integrati in tutte le fotocamere, essi possono avere una risoluzione tra i 5 e i 22 MP ed essere di tipo CCD nelle varianti migliori o CMOS negli scanner diapositive economici.
Per dare il via alla scansione e talvolta persino regolare le impostazioni sulla scocca di uno scanner diapositive vi è una pratica interfaccia costituita da 1 a 10 pulsanti, ciascuno dei quali con una specifica funzionalità associata, come ad esempio il tasto con cui ruotare o invertire l’immagine ottenuta e le frecce direzionali da usare per scorrere tra i vari settaggi.
A rendere i comandi ancora più intuitivi normalmente ci pensano diciture e icone stampate accanto a ogni bottone, tuttavia in caso di dubbi sarà sufficiente consultare il manuale di istruzioni sempre fornito in dotazione o in alternativa chiedere consiglio al fotografo di fiducia o a un amico che ha familiarità con gli scanner diapositive.
Caratteristiche e prestazioni
Come per qualsiasi altro acquisto, un aspetto da non sottovalutare per individuare uno scanner diapositive compatibile con le proprie esigenze è il rapporto qualità prezzo. Se, ad esempio, lo si intende utilizzare per digitalizzare poche dia, si può optare per una variante economica, mentre chi ha bisogno di scansionare automaticamente molti supporti o ne intende fare un uso professionale dovrà sostenere una spesa più elevata.
Un altro fattore in grado di incidere sul costo finale sono le caratteristiche intrinseche di cui dispone l’oggetto, poiché dipenderanno soprattutto da esse le prestazioni ottenibili con il proprio scanner per diapositive.
Proprietà Performance Risoluzione interpolata Da 1800 a 12800 DPI Velocità di scansione Da 3 a 240 s Profondità di colore 8, 16, 24, 32 o 48 bit Contrasto dinamico Tra 3,4 e 3,8 Risoluzione ottica Da 300 a 9600 DPI Formati di output JPG, BMP, TIFF, PDF, PSD Densità ottica Da 3,5 a 4 Dmax Scala di grigi 8 o 16 bit
Nei contesti professionali diventa importante conoscere la velocità di scansione, ovvero quanto tempo impiega lo scanner diapositive ad acquisire una singola slide. Tale tempistica può oscillare da una manciata di secondi a qualche minuto anche in base alle impostazioni selezionate, ragion per cui chi deve gestire più di 20 dia dovrebbe orientarsi verso modelli capaci di scannerizzare rapidamente.
Tra le configurazioni in grado di influire sui tempi di esecuzione vi sono la profondità di colore e la scala di grigi. Questi valori espressi in bit indicano l’ampiezza delle gamme cromatiche riconoscibili dallo scanner per diapositive.
Dunque a un numero elevato corrisponderanno immagini realistiche, mentre a cifre più basse si avrà una minore accuratezza e in alcuni casi potrebbe manifestarsi il cosiddetto effetto banding, ovvero si vedranno bande di colore al posto delle sfumature uniformi.
Le versioni capaci di scansioni a 8 bit riescono a riconoscere appena 256 tonalità diverse, mentre il migliore scanner diapositive arrivando a 48 bit, di cui 16 bit per ciascuno dei 3 canali RGB, di conseguenza può rappresentare fino a 65536 gradazioni differenti, assicurando un risultato di pregiata qualità. Tra le configurazioni modificabili con cui ottimizzare la resa finale vi è certamente la risoluzione, la quale può essere di 2 tipi
Interpolata
Ottica
Seppure entrambe le grandezze siano misurate in DPI per indicare quanti punti si trovano in un pollice, la risoluzione interpolata di uno scanner diapositive si differenzia dall’altra tipologia per il fatto che dopo la scansione esegue la cosiddetta interpolazione software, ossia una rielaborazione dell’immagine al fine di coprire eventuali vuoti e correggere i difetti dell’acquisizione.
La risoluzione ottica invece sfrutta esclusivamente la rilevazione diretta effettuata tramite sensore fotografico e lampada dello scanner diapositive, senza eseguire ulteriori processi, per fornire un prodotto più accurato, in quanto maggiormente fedele alla realtà. Per scannerizzare diapositive e negativi non è necessario ricorrere sempre al valore massimo, ma si potrà benissimo utilizzare una cifra inferiore.
Scegliere risoluzioni più basse non solo ha il vantaggio di ridurre lo spazio occupato sul disco rigido del computer oppure sulla memoria interna o esterna dello scanner diapositive, ma contribuisce anche a generare immagini digitali delle giuste dimensioni per il formato di output selezionato.
I modelli professionali sono in grado di gestire un volume giornaliero di 1500 unità
Tra le estensioni adoperate più di frequente in un convertitore diapositive vi è JPG, poiché si tratta di un tipo di file compresso universalmente riconosciuto e dunque visualizzabile su vari device. I migliori scanner diapositive consentono all’occorrenza di ricorrere a formati non compressi, come ad esempio TIFF, il quale è l’ideale se si ha intenzione di apportare modifiche con programmi di fotoritocco.
Per quanto concerne contrasto dinamico e densità ottica, conosciuta pure come Dmax, essi sono 2 modi diversi per indicare in scala logaritmica la resa delle tonalità scure, ovvero la capacità dello scanner diapositive di interpretare correttamente i dettagli contenuti in ombre e punti luce della pellicola.
Tipologie e funzioni
Chi è in cerca di consigli utili su come scegliere il miglior scanner per diapositive adatto ai propri scopi dovrebbe innanzitutto pensare a dove intende collocarlo, a quanto assiduamente conta di usarlo e alla qualità del risultato finale.
Per venire incontro a queste e ad altre esigenze, in commercio si trovano modelli assai diversi tra loro per quanto concerne aspetto, ingombro, specifiche tecniche e requisiti. Infatti è possibile distinguere tra 2 tipi di scanner diapositive, ovvero
Standalone Periferica
Trovare una versione poco voluminosa da portare con sé durante i propri spostamenti ed equipaggiata con tutto il necessario per funzionare autonomamente ovunque è possibile con uno scanner diapositive standalone.
Un simile dispositivo di solito appartiene a una fascia di prezzo bassa e non richiede collegamenti di alcun genere, specie se può contare su una batteria ricaricabile integrata, tuttavia a volte potrebbe aver bisogno quantomeno dell’alimentazione tramite rete elettrica.
Seppure risultino estremamente leggeri, maneggevoli e facili da trasportare, gli scanner diapositive standalone offrono limitate possibilità di intervento sulle singole dia, le quali di norma consistono nel ruotare e invertire le immagini, ragion per cui il risultato finale potrebbe non essere all’altezza delle proprie aspettative.
Tipologie Standalone Periferica Anteprima dell’immagine Tramite display integrato Nessuna, solo a volte su schermo integrato Personalizzazione Limitata a funzioni interne Elevata grazie a software per pc Alimentazione Elettrica o a batteria Elettrica Dimensioni Da 10 x 8 x 8 cm a 13 x 12 x 11 cm Da 15 x 20 x 11 cm a 50 x 30 x 15 cm Memoria Interna ed esterna Nessuna, a volte interna Prese Nessuna, talvolta anche USB USB o Micro-USB Peso Da 0,25 a 0,5 Kg Da 1,5 Kg a 6,6 Kg
Qualora si vogliano salvare su pc delle copie digitali impeccabili, ci si dovrà munire di uno scanner diapositive periferica, il quale, come suggerisce il nome, può operare solo se collegato a un computer, purché esso sia provvisto di un sistema operativo compatibile e sufficiente spazio di archiviazione.
Affinché la scansione diapositive avvenga correttamente, sarà necessario installare uno o più software inclusi nella dotazione dello scanner diapositive, i quali serviranno innanzitutto a eseguire l’acquisizione e talvolta persino a effettuare correzioni automatiche e manuali su
Bilanciamento colori
Esposizione
Luminosità
Contrasto
In passato usando un diapositive proiettore ci si limitava a riprodurre sul muro le immagini senza possibilità di intervenire su di esse, oggi invece con uno scanner per diapositive si riuscirà pure ad apportare modifiche più o meno rilevanti per ridare nuova vita alle vecchie foto e magari recuperare le scene impresse senza perdere dettagli preziosi.
Di solito lo scanner diapositive periferica risulta parecchio pesante e voluminoso, proprio come un proiettore diapositive, per via della componentistica interna di elevata qualità. Per tale ragione diventa importante trovargli una collocazione fissa e abbastanza vicina alla presa elettrica di cui avrà bisogno per alimentarsi e all’elaboratore su cui andrà a salvare i file.
Spesso riescono a rimuovere la presenza di graffi, capelli, polvere e impronte digitali
Riuscendo a essere indipendenti, gli scanner diapositive standalone possiedono una memoria interna dai 128 ai 512 MB su cui ospitare i prodotti ottenuti, tuttavia possono avere anche uno slot in cui inserire una scheda SD da 32 a 128 GB per poter così disporre di uno spazio di archiviazione aggiuntivo esterno.
Oltre alle componenti comuni a tutti gli scanner diapositive, ne esistono altre tipiche soprattutto delle varianti autonome. È il caso dello schermo TFT LCD a colori fisso o orientabile. Grazie a questo display integrato si potrà vedere il risultato finale della scansione e a volte addirittura un’anteprima, la quale si rivela alquanto utile per provare uno o più settaggi prima di procedere con l’acquisizione.
Consigli d’uso
Se con i proiettori per diapositive è possibile rivivere i ricordi impressi su di esse semplicemente osservando le immagini che scorrono sulla parete una dopo l’altra, per conservare una copia di questi momenti speciali nel proprio archivio fotografico serve il miglior scanner diapositive.
Una volta acquistato, è lecito domandarsi come digitalizzare diapositive e ottenere dei risultati soddisfacenti e adeguati ai propri scopi. Indipendentemente dalla tipologia in proprio possesso, per riuscire nell’intento si dovranno solo seguire alcune semplici indicazioni, tra cui
Collegare all’alimentazione, se necessario Premere on/off per accendere l’apparato Pulire ogni singola dia e inserirla nell’input Modificare all’occorrenza le impostazioni Avviare la scansione e attenderne la fine Verificare la qualità del prodotto ottenuto Recuperare le slide inserite in precedenza Ricordarsi di spegnere e scollegare il device
Qualora si possieda uno scanner diapositive professionale, lo si dovrà necessariamente collegare alla rete elettrica o quantomeno al computer, poiché nella stragrande maggioranza dei casi si tratta di modelli periferica. Se invece la propria versione è di tipo standalone ed equipaggiata con una batteria ricaricabile al litio, basterà procedere con lo step successivo, ossia premere on/off per l’accensione del dispositivo.
Prima di inserire i film nell’input dello scanner diapositive e negativi, è consigliabile pulire le pellicole aiutandosi con l’apposita spazzola solitamente fornita in dotazione e maneggiarle ai bordi evitando di toccare la parte centrale, altrimenti si rischia di lasciare antiestetiche impronte digitali che possono rovinare il supporto e persino le fotografie digitali ottenute.
Solo in questo modo si riuscirà correttamente a posizionare ogni slide nell’alloggiamento singolo riservato o a collocarle in blocchi all’interno del caricatore, proprio come si usava fare con un proiettore di diapositive. In caso di scanner diapositive flatbed, basterà servirsene come se fosse una fotocopiatrice, dunque si dovrà aprire il coperchio, adagiare la pellicola e poi richiudere.
Gli scanner diapositive standalone muniti di schermo spesso consentono di visualizzare un’anteprima del contenuto prima di dare il via alla digitalizzazione. Così facendo sarà possibile modificare delle impostazioni, come ad esempio luminosità e contrasto per ottimizzare la resa finale, e manipolare l’immagine ruotandola in verticale, in orizzontale oppure capovolgendola per ottenere il classico effetto specchio.
Alcuni possono mostrare il risultato sul display del tv
Le medesime operazioni sono eseguibili anche con gli scanner per diapositive periferica, grazie ai quali si potranno regolare queste e altre configurazioni e fare dei veri e propri interventi di fotoritocco, purché si installino sul pc gli applicativi necessari inclusi nella dotazione. A questo punto non resta che avviare la scansione e attenderne la fine.
Durante la digitalizzazione infatti è buona norma non spostare o urtare lo scanner diapositive, né tantomeno rimuovere queste ultime per non vanificare i propri sforzi, poiché in tal caso si dovrà perdere tempo a ripetere l’acquisizione. Terminata la procedura, è consigliabile verificare sempre la qualità della fotografia digitale ottenuta e, qualora il risultato non fosse di proprio gradimento, scannerizzare nuovamente la dia in questione.
Dopo aver convertito tutte le pellicole, bisognerebbe ricordarsi di recuperare le slide inserite in precedenza, così da poterle riporre nei rispettivi album fotografici, spegnere lo scanner diapositive premendo il tasto on/off e all’occorrenza scollegare il dispositivo dalla presa a muro o dal computer in modo da evitare inutili sprechi di risorse energetiche.
Attenendosi scrupolosamente alle indicazioni riportate sul libretto d’istruzioni e spolverando ogni tanto fessure e alloggiamenti di input e output, aiutandosi con un panno morbido in microfibra, senza ricorrere a detergenti e solventi di alcun genere, si riuscirà ad assicurare una lunga vita al proprio scanner diapositive e a preservarne al meglio le sue componenti.